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75 anni

Cultura della meccanica da 3 generazioni

Alla fine degli anni 30 nonno Giuseppe Gandolfo viene assunto in Fincantieri, allora Cantieri Navali del Tirreno, nel reparto meccanica, dove, tra le altre cose,  vengono costruite le prime turbine a vapore di grande potenza. Dopo un periodo di avviamento, viene assegnato al reparto affilatura e costruzione utensili speciali, allora reparto nevralgico dello stabilimento (in quanto esistevano in commercio solo una limitata parte di utensili e per lavorazioni particolari occorreva modificarli o costruirli da zero).

Negli anni 50 ha l’intuizione di comprare alcune affilatrici dismesse, e nello scantinato vicino a casa, dà vita ad una piccola officina. Parte l’avventura.

Negli anni 60 anche papà Giobatta, per gli amici Titti, viene assunto in Fincantieri,  e dopo un periodo nel reparto aggiustaggio viene destinato al reparto collaudo. Il suo compito è controllare i pezzi meccanici durante le fasi di lavorazione, risolvere eventuali problemi, controllare i pezzi finiti, controllare il materiale dato in appalto a ditte esterne nonché la loro qualifica come fornitori. Diventerà il capo reparto.

Negli anni 70 il nonno aveva consolidato la piccola officina. Era una realtà, punto di riferimento per l’affilatura di utensili nella zona. Nel frattempo, grazie all’esperienza maturata, papà decide di affiancare all’attività di affilatura di utensili anche quella di incisioni industriali. Arrivano i primi pantografi. Da lì le lavorazioni meccaniche. Arrivano le fresatrici. 

Negli  anni  80 io porto la tecnologia. Lavoriamo in sinergia, fondendo l’esperienza maturata sul campo con l’automazione industriale.  Si passa ai centri di lavoro computerizzati.

 

Paolo Gandolfo
figlio di Giobatta e nipote di Giuseppe

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